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2025, Zanichelli, Aula di Lettere
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Nella lingua italiana e non solo, catastrofe indica, nella sua accezione comune, un evento disastroso, una calamità dalle conseguenze gravissime. Anche il termine greco da cui proviene (καταστροφή, katastrophé) esprime prevalentemente l’idea di “distruzione”, “rovina”, “morte”, ma presenta anche, nella sua forma originaria, il valore neutro di “rivolgimento”, “rovesciamento”, a cui seguirà, solo in un secondo tempo, quello di cambiamento sventurato e irreversibile.
atti del workshop "La ricostruzione dopo una catastrofe: da spazio in attesa a spazio pubblico", II Biennale dello Spazio Pubblico, Roma 16-18 maggio 2013
J. Dewey, La ricostruzione della filosofia , 2023
This study examines the shift that John Dewey intended to bring to philosophical research in the 1920s, a period of significant economic, social, and cultural transformation. Dewey viewed philosophy as an activity of reconstructing human knowledge and action. In particular, the study highlights Dewey’s interpretation of the development of Western philosophical thought, from its roots in the Greek world to the emergence of modern scientific thinking. According to Dewey, modern scientific thinking remained incomplete until the experimental scientific method was effectively extended and applied to the moral and social sciences as well. This was, for him, the task of the future of philosophy. The philosophical legacy of this perspective, despite its historiographical limitations, is emphasized by showing how it has influenced contemporary philosophical debate. This legacy is evident through the work of two important late 20th century philosophers, Richard Rorty and Hilary Putnam, who can be considered heirs of Dewey’s thought. These philosophers have developed in different, indeed conflicting directions Dewey’s ideas, significantly contributing to today’s philosophical debate
Quasi sempre, oggi, i valori vengono presentati come atti di libera scelta. E quasi sempre, d’altra parte, questa libera scelta viene pre-compresa come arbitraria scelta. Arbitraria perché considerata non riconducibile a una ragione capace di conoscere quei valori. Si tratta di quell’atteggiamento teorico che alcuni denominano “noncognitivismo etico”. È, d’altra parte, noto che al “noncognitivismo etico” si contrappone il “cognitivismo etico”, inteso come concezione secondo cui la ragione può – invece – conoscere i valori. Questa seconda concezione, però, trova nel mondo contemporaneo sempre più diffusi avversari, sulla base dell’argomentata insostenibilità di una conoscenza oggettiva dei valori, capace – in quanto tale – di imporsi indiscutibilmente a tutti. In questo libro si mostra come è possibile, oggi, un itinerario critico che vada oltre il dilemma tra cognitivismo etico e noncognitivismo etico. Il valore non può non essere soggettivo – in quanto è legato a una scelta di libertà – e non può non essere oggettivo, in quanto deve muoversi all’interno di limiti invalicabili, segnati dal mondo della vita (umana) di cui fa parte. L’atto di libertà che si sostanzia nel valore circola – e non può non circolare – all’interno del mondo della vita di cui fa parte e della linea di catastrofe che oggettivamente ne segna inviolabili confini. In questo senso, la catastrofe è orizzonte del valore. Ne è occasione strutturale di percettibilità. Allo stesso modo, l’orizzonte fa percepire l’emergere del cielo dalla linea ultima che lo circoscrive. Di questa percezione della catastrofe come orizzonte del valore possono cogliersi nel tempo moderno notevoli tracce, non sempre percepite come tali, di cui in questo itinerario si presentano alcune figure. Figure da intendere come luoghi della crisi. Là dove cresce il pericolo, cresce anche ciò che salva.
1953
L'ingranaggio e la prassi della pubblica amministrazione, con la pletora di personale e il crescente attrito degli intricati ruotismi, sempre più aumentano la loro inerzia passiva, e sempre più diventano adatti a cedere ad esigenze non di natura collettiva e "morale", ma solo derivate da appetiti di speculazione e da manovre dell'iniziativa capitalistica. Ciò non deriva dal fatto che il capitalista sia divenuto più negriero e il pubblico impiegato più venale, ma dalla legge del corso storico, ed è una prova che una rivoluzione sociale incalza. E se la rivoluzione incalza, e tuttavia non è vicina, gli effetti di una simile schifosa situazione su due o tre decenni che dobbiamo vivere così, non faranno che svilupparsi clamorosamente in tal senso.
Luca Barbirati, 2021
È necessario rievocare una precisazione già data circa l'uso dei singoli testi che compongono il Testo di una città. Toporov «cercava al loro interno quello che li collegasse ad altri testi proprio sul piano dell'espressione (oltre che del contenuto, naturalmente), cercava di individuare gli elementi di un linguaggio specifico che parlasse di Pietroburgo in un determinato modo esprimendo determinati concetti». 2 Dunque, se è fondamentale lavorare superficialmente al livello del vocabolario, è altrettanto indispensabile ragionare a quale livello profondo nasca questo determinato lessico. Con il poeta e critico letterario giapponese Ōoka Makoto (1931-2017) si possono constatare vere le frasi che seguono: […] le parole che noi adoperiamo sono la punta di un iceberg. E cos'è la parte sommersa sotto la superficie del mare? Questo non è altro che il cuore di chi ha creato le parole, e allo stesso modo è anche il cuore degli altri, che viene trasmesso e condiviso nella parte sommersa sotto la superficie del mare delle parole. 3 L'ostrica contiene una perla; il Testo contiene un mito, che ne è altresì la trama. È l'aspetto più metafisico della riflessione critica di Toporov sulla città di Pietroburgo, in cui-con le parole dello stesso Toporov-«viene rappresentato il tema principale, quello della vita e della morte, e vengono formulate idee per il superamento della morte e ricercate strade verso il rinnovamento, verso la vita eterna». 4 Come riconosce Andrej Rančin «V. N. Toporov non è soltanto un filologo, ma anche un filosofo», 5 ed è proprio questo l'aspetto più importante da tenere in considerazione. Firenze certamente non è Pietroburgo, ma si presta-forse più di ogni altra città italiana-ad essere letta attraverso questa lente particolare. Come è già stato visto nella prima parte, al cuore della città di Firenze e delle sue rappresentazioni vi è presente un mito bifronte, non sempre visto nella sua continua dualità, che permette due letture antitetiche della stessa città-la città dei fiori e la città dell'anima-1
TheDailycases, 2025
Le recenti forti scosse sismiche verificatesi in Asia, che hanno provocato migliaia di morti e danni ingenti agli insediamenti, hanno nuovamente suonato il campanello d'allarme dato dalle catastrofi naturali. In Italia, le oramai ricorrenti situazioni alluvionali, franose, sismiche e gli attuali fenomeni bradisismici nella zona Flegrea alimentano un segnale molto frequente della caducità delle cose e delle persone. Nonostante ciò, la consapevolezza collettiva arranca nel prenderne realmente coscienza e nell'adottare comportamenti conseguenti. La sequenza mediatica che si associa a tali eventi disastrosi: cronaca e dettagli ripetuti con ritmi intensi nella prima fase, riflessioni e interviste ad esperti sui rischi generali di
AAVV, Poetica & Cristianesimo, EDUSC, Roma 2005, pp.87-108., 2005
L'espressione «retorica di» ha spesso una sfumatura negativa -retorica della democrazia, retorica della rivoluzione, retorica della conoscenza scientifica -, ma è anche una via normale di riferirsi al modo in cui si parla di qualcosa, il che porta con sé un lessico, una topica, un insieme di metafore lessicalizzate, una precettiva in positivo e in negativo (cosa «non si può dire») 1 . È in questo senso che io parlerò qui di retorica. Per tracciare poi i contorni del concetto di redenzione, vorrei presentare una serie di ambiti in cui l'uomo ha sempre visto un intimo bisogno di redenzione, per segnalare in seguito alcune risposte rintracciabili nell'arte.
Breve saggio che prende il via dalla lettura di "Periagoge. Teoria della singolarità e filosofia come esercizio di trasformazione" di Guido Cusinato.
QuAderNi dell'AccAdemiA 2 Società, cultura, economia Studi per mArio VAiNi a cura di eugeNio cAmerleNghi, giuSeppe gArdoNi, iSAbellA lAzzAriNi, ViViANA reboNAto con la collaborazione di ines mazzola mantoVa 2013 − 341 − Giancorrado Barozzi RICCI, VOLPI E RIVOLUZIONI. LETTURE STORICHE SU AUTORI DEL NOVECENTO E SOVVERSIVI DELL'OTTOCENTO «Dove avrà trovato i ricci Nečaev?» J. M. Coetzee, Il Maestro di Pietroburgo
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Giorgio Raineri 1927-2012, 2020
In Idone Cassone, Vincenzo, Mattia Thibault, and Bruno Surace, eds. 2018. I discorsi della fine: catastrofi, disastri, apocalissi [series “I saggi di Lexia”, 28]. Rome: Aracne; DOI: DOI 10.4399/978882551346216; ISBN: 978-88-255-1346-2; pp. 237-51
Caietele Echinox, 2020
in C. Bianchi and A. Bottani (eds.), Significato e ontologia, Milan, Angeli, 2003
Mondoperaio, 2020
Rassegna di architettura Urbanistica, 2020
Amoenissimis...Aedifciis GLI SCAVI DI PIAZZA MARCONI A CREMONA VOLUME 2 I Materiali, 2018
Faster, Pussycat! Kill! Kill!, 2019
Filosofi all'arrembaggio in tempi di contagio, 2020